La Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, anche quest’anno ha aderito al Tempo del Creato, l’iniziativa ecumenica che invita i cristiani di tutto il mondo a riflettere e agire per la salvaguardia della nostra “casa comune”. L’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e l’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, guidati rispettivamente da don Francesco Sicari e don Pietro Carnovale, hanno operato in sinergia, con l’ausilio prezioso del Circolo Laudato si’di Mileto, e hanno realizzato l’evento diocesano che si è tenuto domenica 21 settembre nella suggestiva cornice del Santuario della Madonna del Carmine a Monteporo, con un programma che ha unito preghiera, cultura e impegno concreto.
Nel giardino posto a fianco del Santuario molti sono stati i convenuti provenienti dal territorio diocesano, tra cui gli studenti della scuola secondaria di primo grado di Jonadi accompagnati dalla prof.ssa Mariarosaria Bertuccio, gli aderenti al movimento dei Focolari, il coro parrocchiale della Cattedrale di Mileto, i rappresentanti di Legambiente e numerosi altri fedeli.
L’evento è stato introdotto dalla preghiera ecumenica guidata da don Sicari; è stato letto un passo del messaggio di Papa Leone XIV per la giornata del creato in cui evoca l’immagine suggestiva dei “fiori nell’asfalto”. Una metafora con cui la fragilità della vita, contrapposta alle battaglie quotidiane, è vista come un esile filo d’erba che però è capace di crescere anche nonostante la durezza della strada asfaltata. È un’immagine che rappresenta la drammatica realtà che il nostro mondo e la madre Terra stanno vivendo. Di fronte a questo scenario, sorge spontanea la domanda: che cosa possiamo fare? La risposta è che non possiamo cedere alla disperazione. Anche se siamo “fiori teneri” non dobbiamo perdere la speranza perché, per quanto piccola possa sembrare, tutti noi abbiamo una certa responsabilità ad agire.
Alla preghiera ecumenica è seguito un momento moderato da don Pietro Carnovale in cui sono state raccontate le testimonianze dei “semi di speranza” presenti anche nel nostro territorio.
Il protopresbitero Vincenzo Lorizio, della parrocchia ortodossa di Vibo Valentia ha sottolineato che “la creazione è la nostra casa e noi siamo stati creati in armonia con essa, come ogni essere vivente oggetto del pensiero divino”. Rifacendosi all’insegnamento dei santi padri Cappadoci Basilio il Grande e Gregorio di Nissa, egli ha sottolineato come “tutte le realtà intorno a noi sono gocce di amore divino: quelle viventi e quelle morte, alberi e animali, uccelli e montagne, i mari, il sorgere del sole ed il cielo stellato. Esse rappresentano un amore piccolo, attraverso il quale attingiamo l’amore più grande che è Cristo”. Custodire il Creato allora è una responsabilità e una missione che riguarda tutti.
A questa missione, si dedica da tanto tempo la professoressa Irene Sgrò, insegnante di Chimica e Biotecnologie nell’istituto tecnico industriale di Vibo e animatrice Laudato si’. Nel condividere la sua esperienza sia in campo professionale che in quello personale e familiare, ha testimoniato come si possa fattivamente essere un seme di speranza nel nostro territorio. Tanti i progetti realizzati, tante le storie che ha raccontato: dal riciclo dei materiali di scarto per costruire l’insegna della scuola al compostaggio domestico coi rifiuti organici insieme ai detenuti. Dalle tante azioni ecologiche per dare pulizia e decoro alla scuola alla preparazione della soluzione igienizzante durante il periodo del covid. Dal percorso di monitoraggio civico “a scuola di Opencoesione” all’irrigazione del terreno dell’azienda agraria annessa alla scuola e a tante altre iniziative con l’Associazione “insieme per il bene comune”. Irene Sgrò ha raccontato ogni cosa con la passione di chi, ispirandosi ai principi del Movimento dei focolari, sa “quanto sia importante vivere quotidianamente l’aspetto del “Verde”, colore fondamentale nell’arcobaleno della vita” e “quanto sia necessario, gustare la bellezza che ci è stata donata e ringraziarne il Creatore”
Un altro segno di speranza nel nostro complesso territorio l’ha dato Franco Saragò, presidente del Circolo Legambiente Ricadi che ha riportato due importanti testimonianze. Una riguarda il ritrovamento di un nido di tartarughe carretta caretta nella spiaggia del Tono a Ricadi. Tale ritrovamento, di alto valore scientifico, conferma che nonostante la forte antropizzazione le spiagge del litorale ricadese sono da considerare idonee alla nidificazione di questa specie a forte rischio di estinzione. L’altra testimonianza fornita da Saragò riguarda l’impegno dei tanti volontari per la salvaguardia della fiumara Ruffa, un corso d’acqua che scorre nella valle Ruffa tra Drapia, Spilinga e Ricadi, importante per la sua eccezionale biodiversità e la presenza di specie protette come la felce reale (Woodwardia radicans). Presto nascerà anche un museo dedicato alla fiumara Ruffa, alla Woodwardia radicans e alle tartarughe marine.
A conclusione dell’interessante confronto, arricchito anche dalla lettura di alcuni brani della Laudato Si’da parte dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Jonadi, è intervenuto Mons. Attilio Nostro, Vescovo della Diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea. Il Vescovo ha ringraziato tutti i presenti per la partecipazione all’evento e coloro che hanno portato testimonianza di impegno concreto per la cura del creato. Ha sottolineato, quasi come un imperativo, “l’importanza di aprire la mente e il cuore di fronte alle bellezze della natura e iniziare ad agire senza perdere ulteriormente tempo. Nella nostra realtà locale abbiamo iniziato a fare qualcosa per la cura del creato e dell’ambiente, ma tanto di più può e deve essere fatto, in modo tale che i percorsi virtuosi di cui si è fatta menzione si replichino e diventino casa nostra”.
Mons. Nostro si è augurato che” davvero il Signore ci consenta di vivere altre occasioni bellissime come quella appena vissuta perché -ha ribadito- abbiamo bisogno davvero di formarci affinché questa esperienza non sia semplicemente un bell’episodio, ma che diventi una cura costante che noi dobbiamo avere, da nutrire e alimentare nei confronti del nostro territorio e rispetto a questa realtà bella che è la terra di Calabria”.









