Il Silenzio, Grembo della Parola

Messaggio per il Santo Natale 2023

Carissimi Fratelli e Sorelle,

questo tempo di Avvento che stiamo vivendo è un tempo di preparazione che ci vede impegnati ad accogliere una serie di fondamentali appuntamenti: il primo di questi è la ricorrenza degli 800 anni dall’allestimento del primo presepio a Greccio. San Francesco è riuscito a imprimere una svolta nel modo di vivere la devozione popolare, personale ed ecclesiale, realizzando una meravigliosa rivisitazione dell’evento più importante della storia: l’incarnazione di Dio.

«La sua intenzione più alta, il suo desiderio dominante, il suo proposito supremo era di osservare in tutto e per tutto il santo Vangelo e di seguire e imitare perfettamente la dottrina e le orme del Signore nostro Gesù Cristo. Si ricordava con assidua meditazione delle sue parole e coltivava con acuta considerazione le sue opere. Soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione occupavano la sua memoria, tanto che difficilmente voleva pensare ad altro»[1]

È per questo motivo che, accanto all’umile mangiatoia che accoglieva il Cristo venuto sulla terra, Francesco volle si celebrasse anche l’Eucaristia per contemplare simultaneamente “l’umiltà dell’incarnazione e la carità della passione”, due realtà che  si richiamano continuamente nella vita del santo poverello, unendo indissolubilmente l’episodio di Greccio (il presepio) alla teofania della Verna (le stimmate): la commozione profonda vissuta nel cuore di Francesco a Greccio troverà un’ulteriore e definitiva trafittura del corpo e del cuore alla Verna.

E Francesco desiderava vivere questa esperienza non solo a livello personale, quanto soprattutto ecclesiale, perché la sua più profonda speranza era di riuscire a spalancare gli occhi di tutta la Chiesa, di tutto il Popolo di Dio, affinché tutti potessero accorgersi della sublimità di questo duplice atto di amore, nella nascita e nel sacrificio dell’altare.

«Né questa visione era fuori luogo, perché il fanciullo Gesù era stato abbandonato alla dimenticanza nel cuore di molti, e per grazia di Dio fu risuscitato in costoro per mezzo del suo santo servo Francesco e fu impresso nella loro memoria amante»[2].

Francesco sapeva benissimo quanto facilmente noi uomini riusciamo a dimenticare Dio nel suo desiderio di approssimarsi a noi ed è ben per questo che desiderava imprimere nel nostro cuore un vivo ricordo della nascita e della passione del Cristo. Sapeva quanto facilmente perdiamo memoria e compassione, quanto facilmente il caos della vita quotidiana non lascia spazio al silenzio di Dio! E invece è proprio nel silenzio che Dio si rivela, è lì che ci dà appuntamento per parlare con noi, al nostro cuore.

La Parola di Dio diventa …infante! La Parola di Dio ci offre, con il suo silenzio dell’età infantile, uno spazio da riempire col nostro parlare: si fa spazio, si fa ascolto per accogliere nel suo cuore diventato anche umano i desideri dell’uomo che a Lui si rivolge fiducioso. Che prodigio di amore! Questo bimbo è il capolavoro di Dio, che si rende presente nei grandi occhi di un bimbo che si consegna e si consacra totalmente al servizio dell’umanità.

Il secondo appuntamento è simile al primo: agli occhi di questo Dio bambino si sovrappongono i tanti occhi dei bimbi che patiscono la sua stessa povertà e nudità.  Gli sguardi di quei troppi bambini che in questi giorni patiscono la Passione di fame, freddo e guerra non vanno dimenticati né ignorati. Sono molte le iniziative fatte per portare conforto e amore a questi sventurati che vedono crollare il mondo attorno a loro senza capirne il perché: è a noi infatti che Dio si affida per portare loro quella speranza che sembra svanita per sempre. Sono centinaia e centinaia le famiglie della nostra provincia che patiscono la povertà: le nostre comunità cristiane sono chiamate ad aprire ancora di più i propri occhi e il proprio cuore per accorgersi di quante famiglie fanno affidamento su di noi per non consegnarsi all’isolamento e alla disperazione, riscoprendo il tepore di una appartenenza solidale e familiare alla comunità dei credenti in Cristo.

Il terzo appuntamento è con la Sposa di Cristo, la Chiesa: dallo scorso ottobre la nostra Diocesi è coinvolta nell’Anno Giubilare Sacerdotale Mottoliano. È una preparazione al grande Giubileo che vivremo nel 2025[3] e che ci vede impegnati a percorre una via nuova nello Spirito, seguendo l’esempio del sacerdote Beato Francesco Mottola. Chiedo a tutti i fedeli laici di pregare incessantemente il Signore per i sacerdoti e per le vocazioni, affinché durante questo anno giubilare Dio Padre possa plasmare il nostro cuore rendendolo sempre più simile al Sacro Cuore di suo Figlio Gesù.

Il quarto e ultimo appuntamento che vi propongo è con Dio: è mio vivo desiderio che, in questo tempo che ci prepara alla venuta di Cristo, possiamo imitare la Beata Vergine Maria, che è diventata colei che ha generato la Parola accogliendola nel suo grembo silenzioso.

«Il silenzio è la lingua di Dio ed è il linguaggio dell’amore. Dio crea il mondo in silenzio, s’incarna nel grembo silenzioso di una Donna e redime l’uomo nel silenzio di una croce. Le opere più grandi di Dio si compiono, sotto l’ombra dello Spirito Santo ed in silenzio. La domanda fondamentale dell’uomo di tutti i tempi è questa: «Dov’è Dio?». […] Il silenzio è il linguaggio di Dio, il gemito dei santi, la penna colorata degli artisti, la nota fondamentale dei musicisti, la brezza leggera del vento, il canto della natura, il sussurro degli angeli, il palpito del cuore, l’ultimo grido dei defunti»[4].

Guardando a Maria, la nostra umanità è chiamata a diventare spazio, luogo e grembo di quella Parola che per essere accolta compiutamente richiede il nostro silenzio. Un silenzio che profuma di preghiera, di ascolto, di partecipazione, di solidarietà, di commozione, di desiderio, di amore!

Maria profuma di Dio, Maria profuma di quell’amore che sale a Dio come quell’incenso che riempirà le nostre liturgie, intrise del nostro silenzio orante e della presenza amorevole di Dio.

Prego per tutti voi e spero che, con la Grazia che solo Dio può donare, anche il vostro cuore possa diventare GREMBO di quella Parola che Dio desidera indirizzare al mondo, ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, alla Chiesa e all’umanità tutta. Ciascuno di noi infatti è chiamato a diventare una   lettera mediante la quale Dio parla al cuore del povero, dell’oppresso, del diseredato.

Benedetto Dio,
Padre
del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti
con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati
di fronte a lui nella carità,
predestinandoci
a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati
secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

 (Efesini 1,3-6;11-12)

Vi benedico di cuore, benedico le vostre famiglie e i vostri cari.

 

+ Attilio


[1] Prima leggenda di san Tommaso da Celano 84; Fonti Francescane 466.
[2] Prima leggenda di san Tommaso da Celano 86; Fonti Francescane 470.
[3] Sul sito www.iubilaeum2025.va può essere consultato il Calendario del Giubileo 2025.
[4] Emiliano Antenucci (Osservatore Romano, 3 agosto 2020)

In Copertina: Piero Casentini (2004), San Francesco celebra a Greccio la festa del presepe