Guidati dal Beato Mottola le confraternite calabresi hanno vissuto la giornata regionale

È stata celebrata il 16 giugno u.s., a Paravati di Mileto (VV), nella Chiesa “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, la Giornata Regionale delle Confraternite Calabresi. Una giornata di comunione e di unità che ha radunato i Pii Sodalizi Calabresi. Abiti e gonfaloni hanno testimoniato la diversità nell’unità della fede e dell’annuncio del Vangelo di Cristo Gesù.

La giornata si è aperta con la preghiera iniziale e l’accoglienza della reliquia del Beato Francesco Mottola, nell’Anno del Giubileo Mottoliano che celebra i cento anni della sua ordinazione presbiterale avvenuta nella Città di Tropea il 5 aprile 1924. “Un uomo che ha saputo amare Dio e i fratelli in maniera totalizzante, che si è fatto concretamente carezza di Dio per i più piccoli e poveri del suo tempo, che, con la sua vita sacerdotale, la fondazione della Casa della carità e della famiglia degli Oblati e Oblate del Sacro Cuore, i suoi scritti e il suo apostolato ha segnato in modo indelebile la vita religiosa e civile della Calabria nel novecento.”

Al termine del momento di preghiera ha preso la parola don Vincenzo Schiavello delegato CEC per le Confratenite. Ringraziando gli intervenuti ha ricordato l’urgenza della formazione cristiana per poter vivere la gioia di testimoniare il lieto annuncio portato nel mondo dalla Parola fatta Carne.

Oltre a ringraziare i presenti, don Vincenzo ha ringraziando i relatori, il delegato per le Confraternite della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea don Gregorio Grande e il Vescovo S. Ecc.za Rev. Mons. Attilio Nostro per l’accoglienza e la cura dimostrati per la buona riuscita della giornata. Don Schiavello ha voluto ricordare che l’Anno Mottoliano è un tempo di grazia che parte dalla Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e raggiunge non solo i credenti calabresi ma quelli della Chiesa universale. Concludendo il suo saluto ha voluto accennare all’importanza del tema della giornata per la vita delle Confraternite. Ha detto: «le Confraternite oggi non sono chiamate ad occupare spazi quanto ad abitare realtà. Perdere la propria originalità significa perdere se stessi snaturando l’impegno che la Chiesa ha affidato lungo i tempi». Ha concluso dicendo che le confraternite sono il riverbero della parola di fraternità che Gesù ha lasciato al mondo. Preoccupati della fine ci perdiamo il fine delle nostre Confratenite.

Il primo tempo della giornata è stato scandito dal momento formativo che ha avuto come tema: “Contemplazione e azione nella vita confraternale”. Il tema ha visto come relatori don Sergio Meligrana presbitero oblato e la consacrata Oblata laica Angela Falzetta. I due relatori hanno offerto la loro riflessione distintamente sulla contemplazione e sull’azione a partire dalla vita del beato Mottola. Le conclusioni sono state offerte dal Vescovo della Diocesi di Mileto- Nicotera-Tropea Sua Ecc.za Mons. Attilio Nostro.

I due relatori hanno sottolineato che contemplazione e azione sono due dimensioni che non si possono scindere nella vita cristiana e nella sequela di Gesù Cristo. Don Meligrana, nell’incipit della sua relazione, ha voluto richiamare l’attenzione sull’incidenza che questi due “movimenti” della fede hanno nella vita confraternale. In più passaggi si è soffermato sul fatto che la preghiera di contemplazione si apprende praticandola. Richiamando gli scritti del beato Mottola, ha voluto sottolineare che la contemplazione-dialogo con Dio è tanto vero quanto

conduce verso i fratelli. Come diceva don Mottola: “essere i carmelitani della strada e i certosini della strada”. Concludendo ha richiamato il pensiero del santo dottore della Chiesa Tommaso d’Aquino: “contemplata aliis tradere – trasmettere agli altri le cose prima contemplate”.

L’oblata Angela Falzetta, presentando l’azione, lungo la sua relazione ha più volte richiamato la sua esperienza personale di vivere da figlia del beato Mottola. Parlando dell’incontro con il carisma mottoliano si è in più passaggi soffermata su come essa abbia arricchito la sua vita. Ha messo in luce come l’azione di don Francesco Mottola, verso i ““nuju du mundu – gli scartati”, nascesse da un’intensa vita di preghiera che trovava il suo fulcro nel mistero eucaristico. La carità che lo portava verso i tuguri della sua città nasceva dall’ardente celebrazione eucaristica con la quale iniziava la sua giornata.

Sua Ecc.za mons. Attilio Nostro, nell’offrire le conclusioni, ha voluto ricordare un’urgenza della nostra società e in particolare per la Terra di Calabria: “iniziare a produrre pensiero”. Questa la vera criticità della società odierna, il “non pensare”. È un emergenza- povertà di cui le Confraternite, rispondendo all’impegno che la Chiesa gli affida, possono diventare fratelli maggiori. Richiamando le parole dei relatori, ha centrato le sue parole su come non si possa essere pronti all’impegno cristiano se questo non è preceduto da un lungo tempo di preghiera. Una preghiera che diventa incontro con la Parola di Dio. Ha ricordato l’importanza della Lectio Divina nella vita di ogni cristiano. Continuando ha voluto anche “provocare” le confraternite a saper dar vita a tempi di preghiera corale celebrati in ogni confraternita. Appuntamenti per ritrovarsi come confratelli e consorelle mettendo al centro la Parola di Dio.

Il Vescovo ha indicato la preghiera come unica forza per generare la carità vera. Confraternite che vivono il servizio a Dio prendendosi cura delle povertà dell’odierna società. Il presule ha in più passaggi richiamato ad un impegno sociale che nasce da un’intensa vita di fede. Ecco perché non possono esserci Confraternite cristiane che, vivendo la fraternità, non siano luoghi di crescita umana e spirituale. Questa deve radicarsi nel territorio e interrogarsi sui bisogni, soprattutto dei ragazzi, delle nuove generazioni, ed entrare in relazione con questi bisogni diventando un “rompi ghiaccio” capace di spezzare il gelo che ci separa dall’altro. Nelle conclusioni il mons. Nostro ha proposto che nelle prossime giornate ci sia un giusto tempo per favorire il confronto fra le diverse Confratrnite.

Il secondo tempo della giornata è stato scandito dal Cammino delle confraternite, immagine di un popolo in cammino, e dalla celebrazione dell’eucarestia concelebrata da tutti i sacerdoti presenti.

Una giornata di fede e fraternità vissuta nella gioia di vivere la Chiesa. Preziosa è la testimonianza-impegno umano e cristiano che le confraternite possono apportare alla società calabrese. Una giornata che ha visto la presenza di più di settecento persone, segno del cammino di crescita che tante consorelle e confratelli vogliono vivere.