“Vedo che sei un profeta!”

Lettera pastorale 2022

Cari fratelli e sorelle, cari sacerdoti, la nostra vita nasce da un incontro! La nostra vocazione di Figli nasce da un dialogo che diventa Amore!

Vi rivolgo questa mia lettera proprio per ripercorrere insieme a voi uno dei tratti costitutivi del nostro essere Chiesa: il dialogo con Cristo che ci genera a vita nuova. Tra i molti brani evangelici che ci parlano di questo, mi sono lasciato guidare dall’incontro tra Gesù e la Samaritana (Gv 4,5-42) l’icona biblica che ci ha accompagnato durante il nostro Sinodo Diocesano.

Lasciamo risuonare questa Parola che il Padre misericordioso desidera rivolgere oggi a noi.

Il dialogo tra Gesù e la donna di Samaria traccia un solco sino ad allora inedito nella vita pubblica del Figlio di
Dio. Il Messia decide di muovere i suoi passi anche verso questo popolo che era distante dal culto e dalle prescrizioni del Tempio di Gerusalemme.

Con la Samaritana Gesù adotta inizialmente un atteggiamento rude, che poco si addice alla sua proverbiale mitezza, dicendole: “Dammi da bere”. La donna è scossa ma non così tanto da lasciarsi vincere dall’apparente arroganza di quest’uomo, tant’è che gli risponde ponendo a sua volta una domanda: “Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”. Rivendica spiegazioni e le otterrà.

Gesù sin dall’inizio ha intenzione di provocare questa reazione in lei. Gesù infatti sa bene quello che c’è nel cuore di ogni uomo (cfr. Gv2,24-25) e quindi sa anche quale sete di amore è presente nel cuore di questa donna… ed è proprio per questo motivo che parla con lei! È al suo cuore desideroso di amore che Gesù bussa, è lì che Gesù chiede di entrare per poterle regalare fiumi di acqua viva. Gesù porta nel proprio cuore una parola che è tutta per lei, solo per lei… Come fa la Samaritana a non accorgersene, a non desiderarla, a non attingere a questo pozzo di amore? Gesù, perciò, cambia tono e si fa vicino in modo deciso e perentorio iniziando a parlarle con una formula solenne e autorevole: “Credimi, donna” e aggiunge “è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità”.

Ecco la novità che è per lei, tutta per lei! Non avrà mai più bisogno di attingere acqua terrena, umana, orizzontale, da “cinque mariti” o da un sesto… non ne avrà più bisogno! Potrà vivere in modo nuovo, se deciderà di credere alla parola di Cristo, che è lo Sposo dell’intera umanità! È come se Gesù dicesse alla Samaritana (e a noi): lo senti che c’è in te il desiderio di un amore che non tradisce, oppure vuoi continuare a inebetirti trascinandoti da un compromesso all’altro? Non vuoi aprire il cuore a un Amore Divino che può trasformarti per sempre in Sposa, Regina e Madre?

Come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te. (Is 62,5)
Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli. (Is 61,10)

Come definire allora questo dialogo? Mi piace pensarlo come una eco dell’incontro tra l’arcangelo Gabriele e Maria: l’obiettivo è il “sì” che apre a una realtà inaudita, dove l’umanità non è più ripiegata su sé stessa ma si apre all’accoglienza di una vita nuova, eterna, piena e divina! Si apre all’Amore che si incarna!

Mi capita spesso di pensare alle tante persone che ho incontrato in questi mesi: storie non sempre facili e dall’esito spesso incerto. Questo stesso discorso vale pure per i sacerdoti e non solo per i fedeli laici:

vivono anche loro storie faticose piene di scelte delicate, difficili. Dove attingere la forza per andare avanti, per non scoraggiarsi, per non consegnare sé stessi a dei compromessi che ci rendono sterili?
“Vedo che sei un profeta!” dice la donna a Gesù, riconoscendone il carisma divino.

Oggi più che mai serve questo sguardo profetico, è necessario per non appiattirci, per non atterrirci di fronte alle sfide che sembrano sovrastare il nostro orizzonte visivo ed esistenziale. Abbiamo bisogno della Parola di Dio e abbiamo più che mai bisogno anche di maestri che ci aiutino a comprenderla. Abbiamo bisogno di un culto che non si fermi ai riti ma che anzi affondi le sue radici nella relazione vitale con Dio in spirito e verità. Abbiamo bisogno di imparare a discernere nella nostra storia personale la volontà di Dio e il suo disegno provvidente. Abbiamo bisogno di profeti che ci aiutino a illuminare il mistero della sofferenza, del dolore e della morte orientandolo alla grazia della Risurrezione. Abbiamo bisogno che i giovani possano trovare occasioni di incontro tra di loro e con Dio, oltre che con la verità di sé stessi.
Scriveva l’allora arcivescovo Montini: “Esclama Sant’Ambrogio: «Tutto abbiamo in Cristo, tutto è Cristo per noi. Se tu vuoi curare le tue ferite egli è medico; se sei ardente egli è fontana; se sei oppresso dall’iniquità egli è giustizia; se hai bisogno d’aiuto egli è vigore; se temi la morte egli è vita; se desideri il cielo egli è la via, se rifuggi dalle tenebre egli è la luce; se cerchi cibo egli è alimento»1. Sì, tutto è Cristo per noi, omnia Christus est nobis; ed è dovere della nostra fede, bisogno della nostra umana coscienza ciò riconoscere, confessare e celebrare. A Lui è legato il nostro destino, a Lui la nostra salvezza”2.

In questi giorni sto provvedendo a nominare i nuovi pastori a servizio della nostra Diocesi e la sollecitudine da parte mia sta proprio nel dialogare con tutti i sacerdoti sulla necessità di una Chiesa che possa riscoprire il suo ruolo di Sposa e Madre. Il dialogo con Dio, vissuto e celebrato in spirito e verità, è sempre una Parola generativa che può portare molti uomini e donne a scoprirsi come tempio nuovo di Dio, come figli amati. La mia speranza, nell’affidamento vicendevole e fraterno delle comunità ai loro pastori, è che queste relazioni generative possano essere portatrici di vita nuova in Cristo Buon Pastore.

Scorrendo il libro dell’Apocalisse, scopriamo che agli “angeli” delle sette chiese3 Gesù rivolge altrettanti messaggi nei quali Egli corregge, esorta, rimprovera, sostiene, avverte, conforta e discerne: è importante considerare indirizzato anche a noi sacerdoti questo messaggio, dato che queste comunità ci sono state affidate da Gesù ed è a Lui che dobbiamo renderne conto.

Fratelli e sorelle, pregate per i vostri pastori, pregate sempre per loro e per me perché il Signore Gesù mi aiuti ancora e ancora a confermarli nella fede4. Così come la Chiesa vi chiede di pregare per i vostri genitori che vi hanno dato la vita, pregate ogni giorno anche per i vostri pastori che vi danno la vita nuova in Cristo.
“Vedo che sei un profeta!” dice la donna a Gesù; la mia speranza e il mio desiderio è che ogni comunità e ogni sacerdote chiedano a Dio quest’acqua che zampilla per la vita eterna, facendo esperienza di questa Parola profetica e generativa di cui tutto il mondo ha bisogno!

 

Mileto, 9 settembre 2022
Festa di Maria Santissima di Romania,
Patrona della Diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea

Cari fratelli e sorelle in Cristo, cari sacerdoti,
vi accompagno con la mia benedizione paterna e la mia preghiera.

+ Attilio, vescovo



1 De Virginitate 16, 99
2 Omnia nobis est Christus Lettera pastorale dell’arcivescovo Giovanni Battista Montini nella Quaresima del 1955
3 Ecco alcuni passi dell’Apocalisse che si riferiscono agli angeli delle sette chiese: Efeso (2,1-7) Smirne (2,8-11) Pergamo (2,12-17) Tiatira (2,18-29) Sardi (3,1-6) Filadelfia (3,7-13) Laodicea (3,14-22).
4 Lc 22,31-32 «Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli».