Sintesi della fase narrativa

1.INTRODUZIONE

 CONCLUSIONE DELLA FASE NARRATIVA

Scopo di questa sintesi è principalmente documentare il lavoro svolto nel percorso di consultazione sinodale durante la fase narrativa ed illustrarne gli esiti.

L’avvio del cammino sinodale per la nostra Diocesi è stato caratterizzato da due particolari circostanze.

  • l’insediamento del nuovo Vescovo Mons. Attilio Nostro a ottobre del 2021, a cammino sinodale nazionale già iniziato;
  • l’avvenuta celebrazione, nella nostra diocesi, di un Sinodo Diocesano conclusosi nell’anno 2020.

Tali circostanze hanno portato il nostro vescovo, a muovere il primo passo verso la costituzione di un’equipe con lo scopo di realizzare, in primis, un report, sul lavoro svolto e sugli esiti del sinodo diocesano conclusosi nel 2020 che potesse segnare un punto di riferimento e di partenza per la prosecuzione del cammino sinodale, in quelle che erano le fasi successive.

L’équipe, costituita da 8 presbiteri, 2 diaconi permanenti, 5 laici, elaborata la sintesi, ha successivamente organizzato la fase di consultazione del popolo di Dio, con la realizzazione di materiale divulgativo ed esplicativo destinato ad ogni singola parrocchia, per un coinvolgimento più esteso possibile a tutto il territorio diocesano.

I parroci a loro volta, ciascuno nella propria comunità, sono stati invitati ad attivarsi per raggiungere in modo più capillare possibile tutte le realtà parrocchiali e per rendere possibile un cammino inclusivo e accogliente, in un clima di ascolto e rispetto reciproco curando anche l’accoglienza di persone interessate a svolgere il ruolo di “facilitatori”.

Per la formazione di tali figure è stato organizzato un incontro che si è svolto presso la “Villa della Gioia”, in Paravati.

L’inaugurazione della seconda fase del Sinodo si è svolta il 29 gennaio c.a. con l’assemblea diocesana presieduta dal Vescovo Mons. Attilio Nostro.

La consultazione del popolo di Dio si è poi articolata nei mesi successivi e concentrata sui temi “I cantieri di Betania”:

– Il “cantiere della strada e del villaggio” – conclusione prevista entro febbraio 2023

– Il “cantiere dell’ospitalità e della casa” – conclusione prevista entro marzo 2023

– Il “cantiere delle diaconie e della formazione spirituale” – conclusione prevista entro la metà di maggio 2023.

L’impegno profuso da ciascun soggetto coinvolto ha avuto lo scopo principale di realizzare un ascolto quanto più ampio possibile, cercando di coinvolgere la persona sia singolarmente, sia appartenente a gruppi nelle diverse realtà dell’ambito ecclesiale e civile.

Il vescovo, insieme agli Uffici Diocesani, si è impegnato in prima persona ponendosi in ascolto delle varie realtà presenti sul territorio: il mondo della scuola, della giustizia, della sanità, del lavoro, della politica, del volontariato e del commercio … in modo da raccogliere racconti, valutazioni e osservazioni dal maggior numero di persone.

Le riflessioni emerse nei diversi “giri di ascolto” sono state tantissime e nel riportarle abbiamo cercato di non perdere

nulla di quanto lo Spirito ha suggerito e che è stato riferito. Parecchie sono state comunque le manifestazioni di apprezzamento e sostegno per il Cammino sinodale (oltre che per lo stile di papa Francesco), soprattutto riguardo al metodo dell’ascolto che si auspica divenga una consuetudine nella vita delle comunità.

 

2.IL SECONDO ANNO DELL FASE NARRATIVA “I CANTIERI DI BETANIA”

  1. IL CANTIERE DELLA CASA E DELL’OSPITALITÀ

Domanda di fondo proposta è stata: Come il nostro “camminare insieme” può creare spazi di ascolto reale della strada e del villaggio?

Dagli incontri, sono emersi dei temi principali e ricorrenti, che sono stati:

ASCOLTO e ACCOGLIENZA

Si è avvertita fortemente la necessità di un cambiamento nella direzione di un ascolto più profondo e autentico. L’ascolto è desiderato come opportunità per liberarsi dai preconcetti e dai pregiudizi; primo passo verso l’accoglienza, il dialogo e il superamento delle barriere. Si parla di ascolto delle persone così come sono, con il loro percorso; ascolto libero dalla fretta o dall’ansia di una risposta; ascolto che è mettersi a fianco, accogliere l’altro, per alleggerire i pesi.

È emerso il bisogno di una Chiesa che sappia ascoltare, aperta alle novità e alla ricchezza che ogni singolo può dare; che abbia la capacità di instaurare relazioni di reciprocità, che sappia accogliere e camminare al passo con i più deboli: persone anziane e sole; disabili; famiglie in crisi; persone in situazioni di povertà, malattia, disagio, difficoltà, vulnerabilità; persone che si sono allontanate dalla comunità, non credenti; coppie divorziate; omosessuali …

Un particolare bisogno di ascolto è emerso da parte dei giovani.

I giovani contestano l’incapacità della Chiesa di dare risposte adeguate alle domande del mondo; contestano la mancanza di ascolto e di comprensione dei loro linguaggi. Si sentono spesso giudicati, non capiti nelle loro ferite e nei loro desideri, nella rabbia e nella delusione verso quella che viene spesso percepita come incoerenza della Chiesa, soprattutto nei confronti di persone e famiglie in situazioni irregolari, perché divorziate e in nuova unione o perché di diverso orientamento sessuale.

Molti giovani non ritengono la fede una priorità nella loro vita. La fede viene vista dalla maggior parte del mondo giovanile qualcosa di lontano dalla società moderna.

 

TESTIMONIANZA

È emerso un bisogno di una Chiesa che dia testimonianza, mettendo in pratica il Vangelo, con l’ascolto concreto, l’attenzione, la sensibilità alle difficoltà dell’altro, alle differenze e ai diversi punti di vista, mettendosi in discussione con umiltà.

Una Chiesa dell’“essere” e non dell’ “apparire”.

Non è mancato un accento sugli scandali degli abusi sui minori e su come si è percepito l’intervento della Chiesa in merito. Spesso la Chiesa, si è detto, è apparsa colpevole e non trasparente.

È necessario intensificare ogni sforzo per dare testimonianza di trasparenza e credibilità. Si avverte il bisogno di una Chiesa che sia coerente con l’insegnamento di Cristo e che si conformi al Suo Sposo.

Ma questa testimonianza non deve essere prerogativa dei soli ambienti ecclesiastici. È necessario che ogni uomo e ogni donna, appartenente al Popolo di Dio, porti la propria testimonianza in tutti gli ambienti di vita e che sia anche di vicinanza, di solidarietà e di consolazione. Ciò significa uscire dalle parrocchie per camminare nella stessa direzione delle persone che si incontrano, ascoltando le loro storie, il loro vissuto, i loro bisogni, nell’intreccio delle relazioni quotidiane: lavoro, famiglia, vicinato. In fine, offrire uno sguardo delicato sull’altro, in particolare su chi soffre e si sente solo.

 

  1. IL CANTIERE DELLA STRADA E DEL VILLAGGIO

Domanda di fondo: come possiamo camminare insieme nella corresponsabilità, sentendoci responsabili gli uni degli altri?

Dagli incontri, sono emersi dei temi principali e ricorrenti, che sono stati:

CORRESPONSABILITA’

Se da un lato è emersa la necessità di sentire la Chiesa come casa, un luogo accogliente dove si possano condividere esperienze costruttive, si instaurino relazioni fraterne, si sia aperti al dialogo e dove tutti si sentano accolti, valorizzati, liberi di esprimersi; dove sia fondamentale l’atteggiamento aperto di parroco, catechisti, collaboratori … dall’altro si sente anche la necessità di una maggiore corresponsabilità da parte di tutti.

Corresponsabilità intesa come testimonianza della propria fede attraverso opere quotidiane, come mettere a disposizione degli altri le proprie competenze; dedicare del tempo all’altro, essere “Chiesa”, dove ciascuno si senta responsabile in prima persona del prossimo e della comunità.

Anche in questo Cantiere, diversi gruppi sinodali, hanno ripreso il discorso dei giovani.

In sintesi: è emersa la difficoltà nel coinvolgere i giovani nella conoscenza della realtà in cui vivono, poiché la maggior parte di essi si allontana dalla parrocchia appena terminato il percorso catechistico dell’iniziazione cristiana, dopo o subito dopo aver ricevuto il sacramento della Confermazione o addirittura dopo la Prima Comunione. I giovani appaiono disinteressati, indifferenti, talvolta perfino apatici. Il problema di fondo è che è stato anestetizzato il vero senso del sacrificio. Non risulta facile trasmettere ad essi l’entusiasmo e la passione di costruire un percorso solido e duraturo dal momento che spesso vengono trattati come eternamente bambini. Noi grandi dovremmo insegnare loro che la disponibilità al sacrificio è la conditio sine qua non per stimolare in loro una maggiore partecipazione al vissuto della Chiesa. Tuttavia, ci sono giovani che partecipano alle attività parrocchiali sostenuti e incoraggiati da genitori che quotidianamente danno testimonianza di vita evangelica.

3.IL CANTIERE DELLE DIACONIE E DELLA FORMAZIONE

Domanda di fondo: come possiamo camminare insieme nel riscoprire la radice spirituale (la “parte migliore”) del nostro servizio?

 

Dagli incontri, sono emersi dei temi principali e ricorrenti, che sono stati:

FORMAZIONE

La formazione è il presupposto per la crescita umana e cristiana di ogni persona. Poiché sono stati evidenziato dei limiti in tal senso, si suggerisce quanto segue:

  • di avviare un serio confronto sui percorsi di “evangelizzazione ripensando il linguaggio da utilizzare, il modo di celebrare, la pastorale per le famiglie, per gli adulti, per i giovani …;
  • curare una formazione permanente dei sacerdoti;
  • una formazione più adeguata dei collaboratori perché non si cada nella tentazione dell’individualismo, ma si presti il proprio servizio con umiltà e amore;
  • puntare di più sui centri di ascolto, la catechesi per adulti e famiglie, il sostegno alle coppie in difficoltà e alle persone diversamente abili, favorire l’aggregazione degli anziani con possibili centri ricreativi;
  • una formazione liturgica appropriata del popolo di Dio.

SPIRITUALITA’

La frenesia delle cose da organizzare e la tentazione dell’efficientismo rischiano di ostacolare l’ascolto della Parola e quello vicendevole.

È urgente “Rimettere al centro Gesù e il Suo Vangelo”, curando con particolare attenzione la celebrazione Eucaristica. Si raccomanda che le omelie siano ben curate, attinenti al Vangelo, contestualizzate nella vita dei fedeli, con un linguaggio semplice e comprensibile.

VESCOVO

Il cantiere delle diaconie e della formazione è stato affrontato anche dal Vescovo con i diversi mondi: scuola-lavoro-imprenditoria-politica-magistratura.

La Chiesa deve sostenere i laici attivamente impegnati nel mondo lavorativo e professionale, nell’ambito politico, sociale, sanitario, nella ricerca, nell’educazione, nella tutela dei diritti e dell’ambiente, perché non si sentano soli. Si ritiene importante che i credenti possano essere accompagnati e sostenuti da una struttura che consenta loro di parlare, partecipare e ascoltarsi. Si avverte anche la necessità di una formazione delle coscienze sociali dei battezzati finalizzata all’assunzione diretta di responsabilità e una valorizzazione della dimensione vocazionale di questo servizio. Troppo spesso chi si impegna in politica viene etichettato ed escluso nelle parrocchie: questo produce senso di abbandono e scoraggia i credenti a scegliere questa forma di servizio. Anche gli operatori sanitari rilevano che nell’esercizio delle loro responsabilità non sempre ricevono un adeguato accompagnamento da parte della comunità. Ascoltare è una competenza che si può apprendere, la capacità di ascolto va coltivata e richiede di essere formati al rispetto dell’altro e delle diverse sensibilità, esige coinvolgimento di tutti i sensi. Spesso chi è chiamato all’ascolto non ha strumenti per aiutare veramente e si sente scoraggiato. Nel clero, l’ascolto è legato alla buona volontà o alla capacità dei singoli, ma sarebbe auspicabile una specifica formazione a partire dai seminari.

CONSIGLIO PASTORALE

Anche il Consiglio Pastorale Diocesano riunitosi con il vescovo Mons Attilio Nostro ha formato un gruppo sinodale di ascolto reciproco sul terzo cantiere: Il Cantiere delle Diaconie.

La domanda di fondo è stata: COME POSSIAMO “CAMMINARE INSIEME” NELLA CORRESPONSABILITÀ?

A questa domanda, il Vescovo ne ha aggiunte due più specifiche:

PRIORITA’: Quali sono le priorità che lo Spirito indica alla Chiesa?

SIN-ODOS: Quale cammino, quale percorso, quali iniziative attivare per realizzare queste priorità?

Ciò che è emerso si può sintetizzare in cinque punti: 

1.1 Corresponsabilità: è emersa, alla luce della riscoperta del proprio battesimo, la necessità di crescere nella corresponsabilità tra laici, presbiteri e consacrati soprattutto attraverso gli organismi di partecipazione (Consigli pastorali dell’UP, Consigli pastorali parrocchiali, ecc.).

1.2 Cambio di mentalità: il cambio di mentalità, per superare l’autoreferenzialità, l’individualismo e il protagonismo sia di singoli che delle comunità, si fonda su una formazione che ci aiuti a camminare crescendo nella comunione tra presbiteri, laici e consacrati, aiutandoci a superare le difficoltà che incontriamo nell’ordinarietà della vita ecclesiale.

1.3 vita di comunità: si inizia a camminare insieme, pregando insieme, e dunque è bene che i parroci informino e invitino i propri fedeli alla partecipazione delle diverse iniziative diocesane facendo in modo che non manchi mai almeno una piccola delegazione parrocchiale.

1.4 Relazionalità: Dio è relazione, ecco perché è necessario che passiamo dall’io al noi. Essere membra della Chiesa ci chiede di vivere in comunione. È indispensabile che facciamo posto all’altro, perdendo un po’ di noi stessi.

1.5 Formazione che non sia solo un “in-segnare” contenuti ma un attento “e-ducare” alla vita vera del Vangelo e della fede in Gesù Cristo.

3.SUGGERIMENTI EMERSI

  • Puntare sul dialogo e sull’ascolto reciproco. Superare l’individualismo e il protagonismo sia di singoli che delle comunità. Ognuno è chiamato a vincere la tentazione della propria autoaffermazione aprendosi all’accoglienza dell’altro.
  • Promuovere iniziative che possano raggiungere e aiutare famiglie, giovani, persone (coppie) in difficoltà, disabili anche lontani dalla Chiesa.
  • Ridare importanza alla formazione e alla dimensione spirituale, crescere nella corresponsabilità tra laici, presbiteri e consacrati.
  • Curare e stimolare la formazione permanente del clero con particolare attenzione al sacramento della riconciliazione e della direzione spirituale.
  • Sensibilizzare i sacerdoti affinché con umanità accolgano soprattutto giovani, ragazzi, bambini … utilizzando un linguaggio semplice per far sentire la Chiesa Madre di tutti; ed essere testimoni di Cristo mite, umile, misericordioso.